PICCOLI SPOSTAMENTI SENTIMENTALI

Sullo schermo spento del televisore si rispecchiavano uno scorcio di mare, un tratto della balconata e del l'orlo smerlato delle tende da sole.
La testa di Alessio spuntava dallo schienale della sedia a sdraio; forse sonnecchiava o meditava sull'ozio estivo che lo teneva lontano dai suoi affari.
Dalla poltrona del soggiorno Marion guardava la scena riflessa sul vetro della tivù, come l'inquadratura di un film.
Erano le cinque del pomeriggio nella casa al mare.
Stava soffiando un vento convulso che sollevava le creste delle onde e agitava i rami dei pini sottostanti. Ma Alessio pareva non avvertire il turbine atmosferico. Tra poco gli aghi verdastri avrebbero tappezzate le terrazze, che facevano da tetto all'edificio di due piani, e invaso il lastricato dei poggioli.
Le tende dovevano essere riavvolte, per evitare di strapparsi.
Con un tempismo perfetto Alessio si raddrizzò, impugnò l'asta metallica e il cigolio della manovra si mescolò al sibilo del libeccio. Così alto e ben piantato l'uomo pareva dominare gli elementi. La traccia bionda dei capelli rasati magistralmente ne faceva risaltare il profilo abbronzato, scalfito da poche nobili rughe. Marion lo osservava dall'interno con pigro compiacimento.
Quando Alessio scendeva in spiaggia, con i boxer neri elasticizzati, offriva alla sbirciante platea femminile saluti ristretti come il caffè mattutino e si rintanava subito sotto l'ombrellone a leggere il "24 Ore". Amava soltanto lei, d'altronde.