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A farla breve - La seconda raccolta dei Lanternini

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ENZO COSTA

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Sei anni di Lanternini quotidiani in un centinaio di pagine dense di personaggi stranoti a tutti (Berlusconi), noti (il governatore della Liguria Claudio Burlando, il sindaco di Genova Marta Vincenzi, il politologo berlusconianoGianni Badget Bozzo), sconosciuti ai più ma celeberrimi a Genova (inutile citarli, sono un esercito, come in qualunque città o regione italiana). Uno spassoso riepilogo di oltre un lustro (2003-2008) del corsivo quotidiano di 8 righe che Enzo Costa, giornalista e umorista di alto lignaggio (Cuore, Tango, Linus, Smemoranda, Micromega, l'Unità, Repubblica, autore di diversi libri di satira) pubblica ormai da una vita sulla prima pagina dell'edizione ligure del quotidiano diretto da Ezio Mauro.
Un'abitudine per i lettori di Lavoro-Repubblica, una piccola spina per chi è preso di mira, un'autentica dannazione per chi non lo è e pagherebbe per esserlo dimostrando così di contare qualcosa, qualche fastidio per chi si vede affibbiare divertenti nomignoli che poi gli rimangono appiccicati addosso a imperitura memoria, un po' di buonumore quando si apre il giornale al mattino e si sono già scorsi i titoli di prima e della politica che non lasciano mai la faccia senza quelle rughe di espressione dette "dell'incazzatura".
Un bel ripasso questi Lanternini (la prima edizione, con gli anni precedenti, è uscita nel 2003 ("Lanternini per tutti", sempre Frilli) e questo secondo ripasso storico, oltre ad essere istruttivo è un vero spasso anche per i non liguri, perché potrebbe descrivere benissimo la politica locale di Torino, Lecce, Bologna, Milano, Trieste, Napoli, Palermo, e quanlunque altra grande città italiana con il solito teatrino, con le solite facce e i soliti tipi che fanno le solite sparate, si contendono il palcoscenico senza in fondo che ci sia mai nulla di nuovo da vedere e da sentire. Concetto che approfondisce anche Michele Serra nella sua prefazione.
Tutto vecchio tranne il modo sempre nuovo e originale con il quale Enzo Costa riesce a vedere, senza stancarsi e senza stancarti, le stesse cose in maniera diversa. Con una battuta fulminante, quella parola che ti girava per la testa e a te non veniva ma a lui si, quella capacità di cogliere anche nella banalità e nelle sconcezze (ma anche nelle cose positive, bisogna dirlo) della vita pubblica, il lato umoristico e divertente. Con una vena quasi mai davvero cattiva, che coglie più profondamente di quello che sembra a una prima lettura i valori profondi di una persona o i suoi finti valori. E in quest'ultimo caso è implacabile: lo sputtanamento parte e colpisce. Col sorriso sulle labbra. 
(30/3/2009)

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