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Davide Stasi
Un giovane consulente politico, rampante e carrierista all’interno del partito al potere, si trova all’improvviso invischiato in un intrigo di malavita, potere e denaro, dove qualcuno tenta più volte di eliminarlo. Trovatosi al centro di un gioco pericoloso imperniato su una speculazione edilizia, cerca di sfuggire agli agguati senza perdere la propria posizione e la carriera, con l’aiuto di pochi amici fidati. Ma indagando capisce presto che proprio nel suo ambiente è nato il progetto di eliminarlo. Alla fine il protagonista riuscirà comunque a salvarsi la pelle, e guarderà con disincanto e disprezzo quella scia di sangue e tradimenti che il potere senza scrupoli lascia sempre dietro di sé.
Il libro è un esordio nell’ambito del romanzo per l’autore, che ha deciso di scrivere una storia gialla, o meglio “noir”, sotto l’influenza dei maggiori narratori del genere in Italia (Carlotto, Lucarelli, Camilleri), di cui in breve tempo ha divorato tutte le opere. A questa circostanza si è coniugata la pratica che per lungo tempo l’autore ha avuto con gli ambienti politici del centro-destra. Impressioni, sensazioni ed esperienze vissute sono trasfuse, pur se trasfigurate nell’opera di fantasia, in questo suo primo romanzo, che presenta caratteri ambigui, dove tutto, anche il peggio, può sembrare quanto meno verosimile, ma anche del tutto inventato. È un gioco, un enigma fra il vero e il falso di cui solo l’autore stesso conosce la chiave, e che il lettore è indotto a intuire o immaginare.