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Giuseppe Ricci
Riccardo Spadavecchia è bello, ricco, e fashion victim. È dedito all’uso di sostanze stupefacenti, ma non ne è dipendente. Conosce la differenza tra bene e male, ma non gli interessa. Vive quotidianamente la mistificazione dell’egocentrismo che l’industria mediatica gli ha preparato, ma non ne è consapevole.
Il libro: “Lo specchio mi riflette, i muscoli delle braccia sono gonfi e levigati. Gli addominali sono divisi in otto muscoli identici, ruoto sul mio asse tenendo lo sguardo allo specchio. Alzo le braccia e tiro i dorsali: perfect! Costantino è solo più alto, ma recupero alla grande con un viso molto più aggraziato." "Sono le sette e quaranta, mi preparo. Non devo trasparire interesse vestendomi come si vestono i bambocci quando vanno ad un appuntamento, devo stare sotto la mia media ma con un particolare di alto livello… solo così Manuela potrà pensare che l’alto livello è per me la normalità. Bene i Levi’s 501 di sei anni fa, le infradito in paglia della Flujus e una shirt della Valcom, al polso un Rolex di quelli che mio babbo ha lasciato qui. L’Officine Panerai che metto di solito è troppo sportivo e l’hanno tutti, questo in argento, cinturino in cuoio rovinato e comprato negl’anni sessanta, è il top... azione!”.
Il protagonista, Riccardo Spadavecchia, è il coacervo di tutti i modelli comportamentali proposti dalla televisione, Costantino e le veline sono il suo apogeo estetico e "Men’s Health" la sua Bibbia. Il suo vivere quotidiano è uniformato agli imperativi del suo tempo, iperedonismo e sballo sono lo standard che il sistema ha creato per lui (e non solo) al fine di poterlo controllare politicamente ed economicamente. Solo un'alba diversa dalle altre potrà aprirgli gli occhi. Forse.