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Marina Montesano - Antonio Musarra
Gli Annali di Ottobono Scriba (1174-1196) raccolgono l’avvincente avventura del comune di Genova nell’ultimo scorcio del XII secolo. Alle prese con Federico Barbarossa e la terza crociata, con le spedizioni in Sicilia di Enrico VI e con la rivale di sempre, Pisa, la città ha nuovamente bisogno di porre per iscritto le proprie memorie, di renderle ufficiali. Genova si trova infatti ad un punto cruciale della propria storia: il mutamento ai vertici del governo – il passaggio dalla magistratura consolare a quella podestarile – necessita infatti di una consacrazione pubblica. A rendere possibile l’abile operazione è uno scriba comunale: Ottobono. Rappresentante del nascente funzionariato civile – di quel notariato comunale che instaurerà in Genova una presenza pressoché totalizzante nell’ambito della documentazione urbana – Ottobono Scriba, continuatore dell’opera di Caffaro e di Oberto Cancelliere, non è un celebre e influente cittadino, paragonabile ai suoi immediati predecessori. Egli appare anzi più come spettatore che come attore dei fatti che descrive. Nonostante ciò la sua opera – vicina agli interessi della classe dirigente dell’epoca – è un prezioso contributo alla conoscenza del periodo, non soltanto