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Gli italian pioneer nella guerra di liberazione A fianco degli alleati dalla Puglia alla Venezia Giulia 1943-45

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Marco Ruzzi 

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Uno degli aspetti sinora più dimenticati e sconosciuti della partecipazione dell’Italia alla guerra di liberazione a fianco degli anglo-americani: non quello delle truppe operative del CIL e dei Gruppi di Combattimento, già assoggettate ad analisi storiche di vario livello, ma quello delle unità ausiliarie, le cosiddette pioneer coj, tanto più numerose delle prime (conteranno fra le loro file nell’aprile del 1945 ben 196.000 uomini), ma quasi invisibili alla storiografia ufficiale e neglette persino dalla memorialistica.

 Il primo capitolo - Il teatro bellico in Italia – traccia il quadro generale entro il quale si matura la decisione di avvalersi, di formare e di utilizzare soldati italiani di supporto alla logistica alleata.
Il secondo – Le forze italiane nell’ambito della cobelligeranza – porta l’attenzione sulla creazione dell’esercito italiano del Regno del Sud, sulle sue dinamiche interne e sul rapporto dello stesso con le varie forze in campo. Analizza i problemi nati dal complesso intreccio politico ed istituzionale che si viene a creare fra Nord e Sud, fra CIL e partigiani, fra volontarismo monarchico e repubblicano.
Il terzo e centrale – Le forze ausiliarie italiane – dipana la sconosciuta storia delle truppe ausiliarie a partire dall’autunno 1943, ne individua l’origine e ne segue i percorsi spesso molto diversificati, valutandone via via il rapporto con gli alleati e con il neonato esercito del Sud dalla primavera del 1944. Ne analizza inoltre i limiti operativi, le regole di ingaggio, le capacità e le zone di impiego, verificandone i progressivi cambiamenti strutturali.
Il quarto – Ausiliari o pionieri – mette a confronto l’esperienza dei pionieri italiani con la matrice britannica che l’ha forgiata, confrontandola con le precedenti esperienze, come la scelta di militarizzare i civili fatta nella prima guerra mondiale, e valutando le differenze in questo settore operate dagli opposti fronti nella seconda guerra mondiale, fino all’uso proprio ed improprio dei prigionieri di guerra.
Originali, profonde e nuove si rivelano nel testo le ricerche d’archivio appositamente condotte sia presso lo SME che in quelli militari di Londra. Vastissima risulta la bibliografia consultata e fondamentale l’analisi delle note (oltre 400), che fissano gli aspetti politici, militari e bio-bibliografici di protagonisti e avvenimenti. Ampio e tutto inedito è l’apparato fotografico di supporto, anch’esso tratto dalle carte d’archivio londinesi.

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